27 marzo 2013

Il latte: in cartone o in bottiglia di plastica?

Fino a poco tempo fa avevo la possibilità di acquistare il latte in bottiglia di vetro. Purtroppo la nostra centrale del latte ha sospeso la commercializzazione di latte in bottiglia di vetro, lasciando moltissimi consumatori attenti all'ambiente orfani della loro scelta consapevole quotidiana. Senza entrare nel merito delle motivazioni di tale sospensione, ora che fare? Latte in cartone o in bottiglia di plastica?
Ve lo siete mai chiesto?

(by la tartine gourmande)

I materiali utilizzati per il confezionamento del latte sono 4: il Tetra Rex (prodotto da Tetra Pak) e la bottiglia in PET, per quello che riguarda il latte fresco, e Tetra Brik Aseptic, sempre prodotto da Tetra Pak e la bottiglia in HDPE, per quanto riguarda il latte a lunga conservazione: due tipi di bottiglie in plastiche e due tipi di contenitori in poliaccoppiato (ovvero carta + film plastico + alluminio).
Se andiamo a controllare le istruzioni delle varie aziende che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella mia provincia, scopriamo che il tetrapak deve essere gettato nel "residuo", perché non viene riciclato. Legittimo perciò il dubbio se non sia meglio acquistare il latte in bottiglia di plastica, dato che questo viene raccolto separatamente e riciclato.
In realtà non è la finale destinazione di un materiale che dovrebbe determinare una scelta eco-consapevole, ma tutto il ciclo di vita di un prodotto, dalla sua nascita fino al suo smaltimento. Il Life Cycle Assessment (LCA) è una tecnica riconosciuta e diffusa che valuta nel suo complesso l'impatto sull'ambiente di un prodotto, dalla produzione delle materie prime, alla manifattura, fino alle fasi di smaltimento/riciclo/recupero finale, sia in termini di emissioni (aria, acqua e suolo) che di flussi di materia ed energia impiegati e prodotti.
L'Università di Padova ha pubblicato uno studio che rivela come il Tetra Rex (quello più leggero, usato per il latte fresco, per intenderci) ad eccezione del solo fabbisogno idrico (1,5 volte superiore al PET), batta di gran lunga la bottiglia di plastica, soprattutto quella in HDPE, sia per il fabbisogno energetico (3,3 volte superiore), il potenziale effetto serra (2,3 volte più elevato), di acidificazione (4,8 volte superiore) e di eutrofizzazione (3 volte superiore), che per tutto il ciclo di vita del contenitore, qualunque sia il metodo di smaltimento, cioè sia che venga destinato alla discarica, ai termovalorizzatori o al riciclaggio e nonostante anche l'eventualità che la bottiglia di plastica possa contenere una parte di materiale riciclato.
Questo studio è stato molto contestato dagli ambientalisti per via di una sponsorizzazione da parte della Tetra Pak. Stessa sorte per una ricerca condotta all'ENEA di Bologna, sponsorizzata da Granarolo. In realtà i risultati sono confermati anche da uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Utrecht e di Berkeley pubblicato per Elsevier sulle emissioni di anidride carbonica legata alla produzione e smaltimento di vari tipi di packaging (alluminio, cartone, etc.), che rivelano inoltre come purtroppo il vetro non sia sempre la soluzione migliore e da preferire: il vetro necessita di grandi quantità di energia per essere prodotto, è pesante e occupa molto spazio, cosa che va ad incidere notevolmente sul suo trasporto. Solo nel caso di un suo continuo riutilizzo, senza essere gettata mai via, si può considerare la bottiglia di vetro una scelta ecologica.
 
Se vi interessa approfondire l'argomento:
 
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Molto vecchia ma sempre molto carina ;-)

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